Si narra che Britomarti, splendida ninfa dei monti, per sfuggire a Minosse che voleva possederla, si buttò in un mare “intriso di sperma e di lacrime”. Lì incontrò Saffo e le due donne, così diverse e così simili allo stesso tempo, parlarono a lungo. O almeno questo è quello che racconta Cesare Pavese in Schiuma d’onda, uno dei dialoghi del suo Dialoghi con Leucò.
Ho adorato la figura di Britomarti, così calma e serena nell’accettare il suo destino di continuo mutamento, mentre dice a una Saffo gonfia d’ira : Noi giochiamo a sfiorare le cose, non fuggiamo. Mutiamo. Questo è il nostro desiderio e il destino.
Perchè cambiare è vivere come un’onda o una foglia, accettando la sorte. E’ morire a una forma e rinascere a un’altra. E’ accettare, accettare, se stesse e il destino. Perchè si cambia, ma si rimane se stesse, e il cambiamento è necessario per conoscersi realmente per quello che si è.
Le mie poesie, i miei scritti sono tante Britomarti che mutano continuamente forma, per enfatizzare me esattamente come sono. Sempre diversa e sempre uguale.
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18 Maggio 2011 at 10:43
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